21 Gennaio 2021
Il contributo dell’Intelligenza Artificiale per la prevenzione della malattia da COVID-19 si è rivelato cruciale per lo sviluppo di un nuovo vaccino.
Dopo l’autorizzazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) al vaccino di Moderna per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) arrivano a quota due i vaccini attualmente approvati in Italia, ovvero Pfizer e Moderna, risultato che farebbe sperare in una buona riuscita della campagna vaccinale messa in atto dal Governo.
Tuttavia, per far sì che questo piano possa effettivamente entrare a pieno regime si necessita di più dosi, come dichiara il ministro Speranza, sottolineando che:
“Siamo ancora all’inizio del percorso e le dosi di cui disponiamo sono ancora evidentemente limitate”.
Nel frattempo lo scorso Lunedì 11 Gennaio 2021 sono arrivate in Italia le prime 47mila dosi del vaccino Moderna e saranno distribuite alla Regioni in base alla popolazione over 80 con un grande “ma” che cambia le regole di distribuzione: infatti, potrebbero essere premiate le Regioni che finora si sono dimostrate più efficaci nella somministrazione.
Tra inevitabili polemiche e dubbi sull’efficacia del vaccino poco (o per nulla) fondati, si fa strada la luce del progresso in ambito scientifico grazie alle nuove tecnologie tra cui l’Intelligenza Artificiale, sempre più fondamentale per supportare ricercatori e scienziati, al fine di migliorare e velocizzare il processo di sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici.
L’utilizzo dell’IA in ambito farmaceutico non rappresenta di certo una novità: infatti le enormi potenzialità di questa tecnologia, che ancora oggi ci sorprende, rappresentano sempre più il punto cardine per il successo delle aziende. Ciò riguarda anche la sua applicazione nella ricerca farmaceutica, il contributo dell’Intelligenza Artificiale diventa fattore chiave per poter accelerare e ottimizzare le fasi di sviluppo un nuovo farmaco. Proprio per questo motivo, molte aziende del settore Pharma & Life Science anno scelto di implementare i loro piani di ricerca per un vaccino contro la pandemia da coronavirus, ricorrendo proprio all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.
Cosa ne consegue? Un tempo che può essere definito come “record”, dato che solitamente il processo che prevede lo sviluppo e il commercio di un nuovo vaccino occupa tempistiche generalmente lunghe (una media di 18-24 mesi).
Tra le aziende che si sono distinte troviamo proprio Moderna: infatti la biotech statunitense, grazie al supporto della bioinformatica, disciplina scientifica in cui il contributo dell’Intelligenza Artificiale ricopre un ruolo fondamentale, è riuscita a ridurre significativamente il tempo necessario per sviluppare un prototipo di vaccino anti-Covid testabile sull’uomo, risparmiando così agli scienziati mesi di sperimentazione.
Nello specifico, all’interno del rapporto “IA e lotta contro il Coronavirus Covid-19” redatto dal CAHAI (comitato ad hoc del Consiglio d’Europa per l’Intelligenza Artificiale) si legge:
“La start-up americana Moderna si è distinta per la padronanza di una biotecnologia basata sull’acido ribonucleico messaggero (mRNA) per la quale lo studio del ripiegamento delle proteine è essenziale. È riuscita a ridurre significativamente il tempo necessario per sviluppare un prototipo di vaccino testabile sull’uomo grazie al supporto della bioinformatica, di cui l’IA (Intelligenza Artificiale) è parte integrante.”
Questo importante traguardo rende merito alle aziende del settore che credono nel progresso e nelle opportunità che una tecnologia come l’IA può offrire, per rivoluzionare il mondo scientifico e risolvere alcune delle più complesse problematiche della biologia moderna.
Non bisogna tuttavia pensare che l’utilizzo dell’IA sia limitato alla creazione del farmaco in senso stretto: si tratterebbe infatti di un grosso sbaglio.
L’intelligenza artificiale assume infatti un ruolo versatile nel processo di ricerca e sviluppo e produzione dei farmaci: ad esempio, potenziando la capacità di identificare nuovi target, di scoprire nuove molecole, di ottimizzare la fase di produzione e distribuzione o per analizzare rapidamente i dati clinici e immunologici a disposizione.
Ma non solo, l’IA si è rivelata determinante anche per quanto riguarda la condivisione della conoscenza sul coronavirus: ne offrono un esempio significativo Microsoft Research, la National Library of Medicine e l’Allen Institute for AI (AI2) che il 16 marzo 2020 hanno presentato il loro lavoro, raccogliendo e preparando più di 29.000 documenti relativi al nuovo virus e alla più ampia famiglia dei coronavirus, di cui 13.000 sono stati elaborati in modo tale che i computer potessero leggere i dati sottostanti, nonché informazioni sugli autori e sulle loro affiliazioni. Inoltre, lo scorso anno, durante la 2020 Berlin Science Week, un gruppo di esperti ha fatto presente che l’IA insieme ad altri tipi di tecnologie come il Machine Learning, sono in grado di mettere insieme una enorme mole di dati ricavate da molteplici esperimenti, scoprendo così modelli che il cervello umano, sebbene sia un organo meravigliosamente complesso, non sarebbe in grado di individuare.
Da questo progetto possiamo evincere che il tema della condivisione rappresenta un punto cruciale, in particolar modo quando si tratta una enorme quantità di dati.
Come accennato precedentemente, l’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che può essere impiegata in moltissimi modi all’interno delle aziende dei settori Pharma & Life Science, sia per quanto riguarda la parte operativa che quella strategica, in ottica di raggiungimento di determinati obiettivi. Per questo motivo le aziende di Information Technology che operano in quest’ambito sanno bene che al giorno d’oggi, una soluzione IT per poter garantire un’ottimizzazione delle performance di vendita e l’implementazione una strategia realmente efficace, che vada a coinvolgere in modo intelligente tutti i canali (ecco perché si parla quindi di omnicanalità), necessita di una tecnologia come l’Intelligenza Artificiale.
Ecco perché Trueblue, grazie alla recente collaborazione con Microsoft, ha sviluppato AiDEA, la soluzione di Smart Customer Engagement in grado in colmare il gap tra strategia ed esecuzione, dove l’IA è nativamente integrata con le aree operative e analitiche, potenziando e facilitando l’engagement del cliente fornendo le giuste informazioni a portata di mano.
In che modo tutto ciò sarebbe correlato allo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus? Senza la condivisione e l’integrazione di più dati provenienti da molteplici fonti, tutto questo non sarebbe possibile: se le aziende farmaceutiche non disponessero a monte di queste informazioni, sviluppare una strategia e di conseguenza raggiungere i propri obiettivi sarebbe pressoché impossibile, soprattutto data la alta competitività attualmente presente sul mercato.
In conclusione, possiamo dedurre che in futuro il contributo dell’Intelligenza Artificiale in ambito farmaceutico si prospetta ancora ricco di sorprese, a fianco delle aziende per migliorare e velocizzare il processo di nuovi trattamenti farmacologici.
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